Ma credo che lei abbia fatto per gli stranieri (compreso i romeni) qui, in Italia, più che moltissimi volti noti, rappresentanti mediatici o mesianici hanno fatto in questi ultimi, convulsi mesi. I particolari non hanno molta importanza.
Quello che Irma Vari ha fatto, non è stato (solo) scendere in strada con un cartellone per protestare contro uno sgombero etnico di 13 o 14 persone, alla periferia romana. Irma poteva starsene in casa, davanti al Grande Fratello e al TG4, continuando a pensare che i rom o i romeni o gli stranieri sono pericolosi. Poteva pensare come una (buona) parte dei suoi connazionali, poteva pensare come volevano farla pensare.
Ma lei, in qualche modo, scendendo in strada con un cartellone, ha buttato giu non una baracca, ma uno stereotipo. Almeno nel suo piccolo quartiere del VII municipio, periferia di Roma.
Qui sotto la notizia: (Fonte La Repubblica)
Tor Sapienza, "No allo sgombero etnico"
Un gruppo di cittadini di Tor Sapienza sta protestando contro lo sgombero di un piccolo insediamento di rom rumeni in via Massimo Campigli nel VII municipio. I cittadini, in tutto una decina, per la maggior parte donne e operai del quartiere, sono fermi davanti al piccolo insediamento con cartelli che dicono "No allo sgombero etnico"."Queste persone, in tutto 13-14 persone con bambini piccoli, non ci hanno mai dato fastidio - dice Irma Vari una delle cittadine scese in piazza contro lo sgombero - non è possibile che vengano sgomberati senza una soluzione alternativa".
Il piccolo campo doveva essere sgomberato il 7 aprile scorso ma, spiegano i manifestanti, sono state raccolte una ventina di firme nel quartiere ("comprese quelle della farmacia e del tabaccaio", specifica la signora Vari) e una lettera è stata inviata al sindaco Alemanno contro il provvedimento.
"Sabato scorso sono venute le forze dell'ordine e i militari con i cani per lo sgombero - continua la donna - ci siamo opposti perché non è giusto. Gli abitanti del campo sono brave persone, mai un furto subito dal quartiere, né fuochi anzi, loro mandano i loro bambini a scuola e qui nessuno subisce fastidi da loro".
Questa mattina doveva avvenire lo sgombero ma ancora non si è visto nessuno, dicono i manifestanti. Tra gli abitanti dell'insediamento c'è anche un anziano italiano che riceve la "minima" di pensione
7 comentarii:
Ieri, l'avrei vista all'Infedele, l'ennesimo episodio.
Una signora, cittadina rumena, badante in Italia, commentando un ottimo servizio sullo sgombero di Bacula a MI, ha fatto il solito distinguo: "zingari / romeni", ottenendo il plauso del sindaco Tosi.
Il razzismo è un doloroso punto di incontro tra certa società rumena e quella italiana, rischia di essere il fattor comune per un'integrazione tra due società sorde ed egoiste.
L'italia e la romania hanno responsabilità e colpe enormi nei confronti della gente rom.
La comune appartenenza alla comunità europea ci dovrebbe fare urlare che di fronte ai diritti vale la sola cittadinanza, un italiano è un italiano, ed un rumeno è rumeno indipendentemente se abbia alle spalle una cultura europea, asiatica, africana o nello specifico rom.
Etnia e "razza" non sono, non possono e non devono, essere scritte su un documento di identità.
Che i diritti ed i doveri derivano dalla cittadinanza, ma ancora di più dalla comune appartenenza al genere umano.
Nessuno può fare distinguo su base etnica e culturale senza essere un razzista.
L'appartenenza ad una cultura minoritaria, nel rispetto della carta dei diritti dell'uomo e della carta dei diritti dei popoli, dovrebbe solo garantire una maggior difesa dalla discriminazione, dal razzismo ed un aiuto alla "conservazione" della diversità culturale ed all'identità etnica come valore, patrimonio e ricchezza dell'umanità.
Dai voce tra i tuoi connazionali a queste idee ... che sono certo che condividi.
Il razzismo italiano, di cui profondamente mi vergogno, non può essere alibi e stimolo per il razzismo rumeno.
Ciao, la questione è una molto sensibile. In genere, nella Romania di oggi vi sono sentimenti diffusi di intolleranza verso i rom. Proprio per questo c'è stata una pressione da parte dell'UE per l'adozione di una legislazione che garantisca il rispetto della popolazione rom minoritaria, condizione sine qua non per l'adesione della Romania all'Ue. per quanto riguard ame personalmente, sono contraria all'afermazione della distinzione rom/romeni come prova d'"innocenza" dei cittadini romeni. Considero che lo Stato (italiano o romeno) debba assicurare il rispetto delle leggi nella stessa misura per tutti i cittadini: gli stessi diritti e doveri per tutti. E dico DIRITTI per primo, perchè spesso si è abusato della frase "rispetto dei doveri". Mi ricordo un episodio di alcuni anni fa, quando un gruppo di rom romeni hanno "occupato" una chiesa in nord Italia, per protestare contro lo sgombero delle loro abitazioni di fortuna. Ebbene, un risultato immediato fu il rilascio di un permesso di soggiorno (era prima del 2007) per mamme e bambini. E ti dico la verità, mi sono arrabbiata: perchè io devo subire ogni anno le umiliazioni alla Questura, presentanto gli stessi interminabili documenti, per avere il rinnovo, e loro lo hanno ottenuto così? Cosa ho provato?Mi sono sentita discriminata! Quindi, il rispetto delle STESSE regole.
Cara Miruna,
io non sono cattolico ma ho fatto mia una frase di un "pretaccio" che credo tu abbia avuto modo di leggere.
Dice don Lorenzo Milani: - non c’è nulla di più ingiusto che far parti uguali tra diseguali.
La gente rom in quasi tutti i paesi d'Europa, ed in particolare in Italia e Romania, è sempre stata discriminata.
La condizione di emarginazione in cui vivono è anche, ed in gran parte, dovuta alle nostre rispettive società, allo stesso semplice pregiudizio che innesca il circolo vizioso: pregiudizio, mancato accesso al lavoro, ricerca di forme di sopravvivenza marginali, pregiudizio.
Si imputa ai rom una cultura basata sulla illegalità ...
mentre invece gli individui tenuti ai margini della società sviluppano sempre (e senza una predeterminazione etnica o razziale) la cultura della emarginazione uguale a tutte le latitudini e longitudini, la cultura delle favelas, degli slums, della strada.
Basta rileggersi Pasolini oggi per ritrovare tra i "borgatari" italiani degli anni 50 gli stessi comportamenti che oggi imputiamo ai rom.
L'episodio che racconti, perdonami, è l'esempio e l'effetto tipico del "Divide et impera" che le nostre società, egoiste ed arroccate, seminano generando la "lotta tra poveri".
L'ingiustizia la fa chi ti umilia costringendoti ad una sorda burocrazia, non chi, oltre a subire la tua stessa e ben altre umiliazioni, vede messo in discussione lo stesso diritto alla sopravvivenza, alla famiglia, alla propria identità.
Nell'episodio che racconti, a me salta agli occhi la separazione del nucleo familiare, che, sotto il pretesto di un falso umanitarismo per donne e bambini, umilia e scompagina.
Tu avresti accettato che, su un tema sensibile come il permesso di soggiorno, le autorità italiane avessero "spaccato" il tuo nucleo familiare?
Sai quali sono i numeri dei minori sottratti alle famiglie rom (italiane, di area jugoslava, rumene, moldave e bulgare, etc.) dalle istituzioni italiane? Lo sai che per una famiglia rom, indipendentemente dalla nazionalità, la possibilità che in Italia le istituzioni gli portino via i figli è di 50 volte più alta che per qualsiasi altro nucleo familiare?
Sei così certa che in Romania la politica e la società non abbia colpe per lo stato della popolazione rom?
E ti parlo della storia recentissima, senza tornare agli scheletri che le nostre rispettive nazioni nascondo negli armadi di un passato mai pienamente interiorizzato.
Sono molto piacevolmente sorpresa dal nostro dialogo - confronto. So benissimo che l'emarginazione è tra le principali cause sociali dell'aumento della micro-criminalità, e che ovviamente di qui entriamo in un circolo vizioso. Ne ho parlato a lungo con due delle persone che conoscono al meglio la comunità rom: Paolo Ciani, responsabile per la comunità rom alla Comunità di San'Egidio, e con l'instancabile Massimo Converso, presidente dell'Opera Nomadi.
Non solo Pasolini, basta leggere anche la storia delle centinaia di migliaia di italiani emigrati tra la fine del '800 e l'inizio del '900, su cui stavo preparando qualche post sul blog.
Io, per la mia formazione, non dovrei essere di parte -a prescindere- ma cercare la verità, che è sempre da qualche parte tra le due versioni antagoniste.
Tu mi citi la frase: "non c’è nulla di più ingiusto che far parti uguali tra diseguali"- hmm, molto interessante, non avrei immaginato ti piacesse una frae del genere. In genere tendo a essere d'accordo, ma fino a quando si arriva alla mera osservazioni delle leggi.
"Sei così certa che in Romania la politica e la società non abbia colpe per lo stato della popolazione rom?"- be, difficile dare una risposta, a me piace parlare in conoscenza di causa, soprattutto a proposito di un argomento così delicato. Non credo che l'emarginazione della popolazione rom in Romania sia più accentuata che quella subita in Italia. Anzi. Basta guardare la tv romena, per renderti conto che una buona parte della musica che si sente in certi ambienti proviene da ambienti rom - manele- e molti cantanti rom sono diventati milionari in Romania. e non voglio commentare (ora) questo fatto.
Stimo molto Paolo Ciani, ho maturato invece fortissime riserve su Massimo Converso (mie foto).
Rappresentano comunque un approccio etero diretto alla questione rom.
I "doveri" o, come tu dici, il "rispetto delle leggi", nascono anche dal riconoscimento della soggettività dell'individuo o della comunità.
La responsabilità nasce dall'autodeterminazione, dalla rappresentatività dei soggetti.
Fintanto che per i rom parleranno i "non rom", e Massimo Converso è il campione di questo approccio deleterio, non cambierà mai niente.
Domani qui a Roma c'è il primo congresso della Federazione Rom e Sinti insieme, io ci vado, proprio nell'ottica di ascoltare chi non viene mai ascoltato.
Tornando alla situazione Rom in Romania, anche se conosco il tema non direttamente, mi sembra che la racconti in maniera "edulcorata".
Che sia valorizzato il patrimonio musicale e che gli artisti Rom abbiano successo mi sembra quantomeno ovvio, oltre che giusto e buono;
ma ci sono pari opportunità per l'accesso alla scuola ed al lavoro?
Leggendo i report dell'Unione Europea mi sembra che la Romania non stia messa meglio dell'Italia.
Massimo Converso, il link della foto era errato.
"La responsabilità nasce dall'autodeterminazione, dalla rappresentatività dei soggetti"- proprio questo penso sia il punto fondamentale! E forse ci dobbiamo chedere, quali sono le atribuzioni del SINGOLO soggetto, quando si parla di una cultura tradizionalmente legata all'unità della famiglia, nel senso largo,-- piuttosto del clan?
Massimo Converso, l'ho conosciuto in varie occasioni (conferenza sui rom in uno dei municipi, un'altra conferenza sui minori alla camera, un visita ad un campo di rom romeni (non autorizzato) a Roma. Come tu ben sai, lui afferma di avere delle radici rom calabresi, e non vedo perchè dovrebbe mentire su questo. Nelle occasioni sopra citate, ho avuto modo di vedere che difende abbastanza bene i diritti dei rom (erano quei giorni terribili della rivolta di alcuni napoletani contro i rom in seguito al presunto furto di una bambina- e sottolineo presunto).
Per quanto riguarda la diffesa dei diritti delle minoranze da parte di non appartenenti a quella minoranza, credo sia un aspetto di plus valore.D'altronde tu costituisci un valido esempio, come d'altronde anche Paolo Ciani.
Purtroppo non posso venire alla conferenza di oggi, per altri impegni. tienici aggiornati!
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