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La Lega Nord ha fatto il pieno alle elezioni. Hanno cantato vittoria. Sono stati acclamati come i veri vincitori della consultazione europea. Al nord hanno vinto. Hanno stravinto. Hanno persino convinto il presidente del Consiglio a piegarsi alla loro volontà e a non sostenere i referendum elettorali.
Eppure… quasi nessuno ha parlato di una sconfitta simbolica della Lega. In Romagna, in una piccolissima cittadina di poco più di 2000 abitanti: Galeata.
Alle elezioni dell’anno scorso, Galeata fu indicata come vera e propria roccaforte-simbolo della Lega in Romagna. “Qui la Lega ha sfondato”, esultava Gianluca Pini, neo- eletto deputato. A Galeata, con slogan come “No al voto degli immigrati”, il partito di Bossi aveva raggiunto un risultato elettorale da capogiro: il 15 %!
Immagino che Pini, “studente modello” della Lega, prima del 7 giugno pensasse di aver fatto bene i conti anche per questa tornata elettorale. Pensava già alla bottiglia di spumante - rigorosamente padano- che lo aspettava nel frigorifero.
Ma qualcosa è andato storto. La lista di centro destra ha ottenuto 728 voti. La lista di centro sinistra, 735. 7 (SETTE) voti di differenza!
Di sicuro, il giovane Pini ha avuto un malessere quando ha appreso della sconfitta. E ha iniziato a cercarne le cause…Scoprendo che i “colpevoli” potrebbero essere quei 45 romeni che si sono iscritti, all’ultimo momento, sulle liste elettorali. Non se lo aspettava. Non conosceva forse questa possibilità offerta dalla normativa comunitaria. E ha deciso di fare ricorso alla Prefettura e alla commissione elettorale: “Ci risulta che a Galeata sono stati iscritti nelle liste elettorali nell’ultima settimana 45 rumeni: chiediamo di verificare se l’iscrizione e’ avvenuta nei termini stabiliti dalla legge e se queste persone sono effettivamente residenti”.
Se si sono iscritti, di sicuro qualcuno avrà verificato i loro documenti. E anche se, per “miracolo”, si dimostrasse che qualcuno di loro non disponeva dei requisiti per l’iscrizione nelle liste elettorali , sarebbe ben difficile dimostrare che “quel” romeno abbia poi votato per il centro-sinistra. Il voto è segreto, no? Invece di preoccuparsi del voto di quei 45 romeni (quanti di loro si sono recati effettivamente alle urne?), la Lega dovrebbe meditare sul fatto che alle prossime elezioni se ne potrebbe trovare tra gli elettori molti di più, compresi quelli che, senza saperlo, avrebbero già potuto iscriversi alle liste elettorali. E se la Lega iniziasse a trattare questi cittadini europei alla stregua di tutti gli altri, non come “nemici” a cui impedire il voto, ma come elettori da persuadere con proposte convincenti? E se si iniziasse a capire che gli stranieri (e i rumeni in particolare) non sono, per ragioni storiche e politiche, un elettorato “di riserva” della sinistra, ma sarebbero propensi anche a votare per i partiti di centro-destra se questi non li rifiutassero, volendo negare loro persino il diritto di voto? In romeno si dice: “Buturuga mica rastoarna carul mare”: piccola pietra gran carro riversa. O gran Carroccio: appunto.
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