Cinque anni, come lo ha raccontato lo stesso padre Gabor Codrea, di una vera lotta: raccolta di firme, presentazioni del progetto, richieste al Comune, e dopo tanti NO è arrivata una petizione indirizzata a tutte le autorità firmata da più di mille romeni. Flavio Tosi, che nel 2007, voleva secondo la alcuni "una Verona senza romeni", è andato nella chiesa da padre Codrea, ha approvato l'acquisto del terrreno, ed è diventato un amico della comunità, come ben si è visto anche dalla corrispondenza con le autorità romene.
Poi, è arrivato/a "Francesca". Non la ragazza di strada, ma il film. Sembra che Tosi abbia querelato Bobby Paunescu, regista del film, per una replica di un suo personaggio ( "Quel sindaco di m.. di Verona" ) Paunescu, che sia detto tra di noi, credo che se ne infischiasse, visto che fa parte di una delle famiglie più ricche (e controverse) della Romania, ma questo è un altro discorso.
Nessun problema con la comunità romena, il proggetto del centro culturale romeno a Verona va avanti, ce lo ha assicurato il parocco.
Un sogno, mi dico... con un po' di timore per il sindaco leghista. "E se poi Bossi lo fa fuori, perchè troppo buono con i romeni?" penso ...
Ed ecco oggi che leggo questo bel pezzo su il Giornale, firmato Flavio Tosi. C'è un frammento in particolare che attira la mia attenzione:
"Potrei citare il caso di altri quattro cittadini stranieri clandestini, questa volta comunitari, bloccati da una pattuglia di carabinieri dopo aver tentato di rubare una cassaforte in un’azienda. Dopo una notte in cella, sono stati processati, hanno patteggiato otto mesi e sono tornati in libertà: quindi, liberi di ripetere l’impresa. Singolare, anzi da Guinness del furto, anche il caso di altri due clandestini comunitari sorpresi di notte in una stazione di servizio dell’autostrada mentre rubavano gasolio dai camion; il mattino dopo sono stati processati per direttissima e rimessi a piede libero in quanto era la prima volta che commettevano un reato, strano principio che assegna la franchigia per rubare almeno una volta.
La cosa paradossale però è che la sera stessa, a 24 ore dal furto precedente, i due infaticabili comunitari sono stati arrestati nuovamente mentre rubavano gasolio, nuovamente processati, per direttissima, il mattino seguente e di nuovo rimessi a piede libero con la concessione dei benefici della condizionale che nemmeno i loro difensori si erano sognati di chiedere, pronti per una terza impresa. E questo nostro Paese avrebbe una legislazione razzista contro gli stranieri? Autolesionista, semmai, una sorta di Bengodi per clandestini e delinquenza d’importazione."
Oh... sì, ora lo riconosco. Nella sua verve, il sindaco leghista ha inventato un nuovo soggetto del diritto internazionale: "il clandestino comunitario". I cittadini comunitari non possono essere considerati clandestini. Possono essere giudicati colpevoli in un processo, possono essere magari irregolari da un punto di vista amministrativo. Ma NON CLANDESTINI.
Alcuni potrebbero dire: il sindaco ha ragione, è arrabbiato con i delinquenti. Anche io sono arrabbiata con i delinquenti. Con TUTTI, anche con i delinquenti comunitari, che per una pura causalità statistica, sono in maggioranza romeni.
Ma non posso accettare l'uso dell'espressione "clandestini comunitari o clandestini romeni". Non voglio che si crei un precedente.
Per il resto, appuntamento all'inaugurazione del centro culturale romeno di Verona! E spero che ci sia anche il Sindaco a brindare!
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“L'aggravante di clandestinità é contraria al diritto comunitario quando viene applicata ad un cittadino della Ue. E' quanto sostiene il parere emesso dai servizi giuridici del Parlamento europeo a seguito di un'apposita richiesta di chiarimenti avanzata da Gerard Deprez, presidente della commissione libertà pubbliche dello stesso Europarlamento, sulle norme adottate dall'Italia
Il parere, presentato al commissario Ue alla giustizia, libertà e sicurezza Jacques Barrot, afferma che "le disposizioni concernenti il diritto comunitario si oppongono a una legislazione nazionale che stabilisce una circostanza aggravante generale, in relazione a un crimine o a un delitto, per il solo fatto che la persona interessata sia un cittadino di uno Stato membro che si trova irregolarmente sul territorio di un altro Stato membro".( V. Alberto Monari)-------------------------------------------------------------------------------------------------
E adesso l'ora della buona notte, con la favola del giorno,
"Il lupo e i pastori"
di Jean de La Fontaine
di Jean de La Fontaine
Un giorno un Lupo pien d'umanità
(se alcun ve n'ha)
crudele sì, ma per necessità,
fece una riflessione assai severa
sul suo brutto carattere di fiera.
- Ognun, - diss'egli, - ognuno mi vuol male,
e cani e cacciatori e villanzoni
congiuran contro un povero animale
e innalzan orazioni
a Giove che lo cacci dalla terra,
come si sa che ha fatto in Inghilterra.
Mettono il pelo e la mia vita a prezzo,
e non c'è signorotto di campagna
che non bandisca il lupo con disprezzo,
ne bimbo c'è che strilli un poco o piagna
a cui la mamma non ricordi il cupo
nome del lupo.
E tutto ciò per qualche asin tignoso,
per qualche agnello mezzo incancrenito,
per qualche can rabbioso,
che non aguzzan manco l'appetito.
Ebbene d'ora innanzi e carne ed ossa
di vivi fo solenne giuramento
di non mangiare, ma insalate e strame
ed erbe sole, o possa
prima morir di fame -.
Mentre egli giura vede dei pastori
che stan mangiando un povero agnellino
cotto allo spiedo. - Ah! Ah!
Questi bravi signori,
che parlan della mia crudelità,
sanno gustare il ghiotto bocconcino!
Ben s'impinzan la pancia essi ed i cani,
ed io che sono il lupo
starò digiuno e avrò rispetti umani?
No, per tutti gli dèi! Sarei corbello
a farmene un riguardo,
ben venga dunque in bocca
agnellin, agnelletto, agnella e agnello
e quanti son di questa gente sciocca:
sian essi crudi o cotti non ci guardo -.
Avea ragione il Lupo. È stravaganza
pretendere che, mentre l'uom ghiottone
e cena e pranza
mangiando gli animali, i poveretti
abbiano a lesinare sul boccone.
Vogliam serbare a loro
soltanto a loro dell'età dell'oro
i cibi duri e schietti?
Non han stoviglie e spiedi ed istrumenti?
Ma il lupo non ha torto ed alla vita
non si rassegna ancor dell'eremita,
se può mostrare i denti.
(se alcun ve n'ha)
crudele sì, ma per necessità,
fece una riflessione assai severa
sul suo brutto carattere di fiera.
- Ognun, - diss'egli, - ognuno mi vuol male,
e cani e cacciatori e villanzoni
congiuran contro un povero animale
e innalzan orazioni
a Giove che lo cacci dalla terra,
come si sa che ha fatto in Inghilterra.
Mettono il pelo e la mia vita a prezzo,
e non c'è signorotto di campagna
che non bandisca il lupo con disprezzo,
ne bimbo c'è che strilli un poco o piagna
a cui la mamma non ricordi il cupo
nome del lupo.
E tutto ciò per qualche asin tignoso,
per qualche agnello mezzo incancrenito,
per qualche can rabbioso,
che non aguzzan manco l'appetito.
Ebbene d'ora innanzi e carne ed ossa
di vivi fo solenne giuramento
di non mangiare, ma insalate e strame
ed erbe sole, o possa
prima morir di fame -.
Mentre egli giura vede dei pastori
che stan mangiando un povero agnellino
cotto allo spiedo. - Ah! Ah!
Questi bravi signori,
che parlan della mia crudelità,
sanno gustare il ghiotto bocconcino!
Ben s'impinzan la pancia essi ed i cani,
ed io che sono il lupo
starò digiuno e avrò rispetti umani?
No, per tutti gli dèi! Sarei corbello
a farmene un riguardo,
ben venga dunque in bocca
agnellin, agnelletto, agnella e agnello
e quanti son di questa gente sciocca:
sian essi crudi o cotti non ci guardo -.
Avea ragione il Lupo. È stravaganza
pretendere che, mentre l'uom ghiottone
e cena e pranza
mangiando gli animali, i poveretti
abbiano a lesinare sul boccone.
Vogliam serbare a loro
soltanto a loro dell'età dell'oro
i cibi duri e schietti?
Non han stoviglie e spiedi ed istrumenti?
Ma il lupo non ha torto ed alla vita
non si rassegna ancor dell'eremita,
se può mostrare i denti.
5 comentarii:
Ciao, credo che l'accanimento verso Tosi sia totalmente ingiustificato, dal momento che ha più volte fatto affermazioni generosamente a favore dei romeni e in questo caso non ha detto nulla di tecnicamente sbagliato, infatti un comunitario destinatario di ordine di espulsione che si trova ancora sul territorio della Repubblica è un soggetto che vi soggiorna illegalmente, e ormai "clandestino" è il termine atecnico per individuare lo straniero la cui presenza viola le norme sull'immigrazione, quello cioè che in UK chiamano "illegal immigrant". Ora, Tosi avrebbe potuto dire "due romeni" e dar fuoco alle consuete polveri retoriche, dicendo "clandestini comunitari" non ha accomunato i romeni agli extracomunitari, ma ha semplicemente fatto riferimento implicito a due romeni che soggiornavano illegalmente in Italia al momento della commissione del reato. E' meglio un Tosi di un Veltroni per i romeni, ve lo assicuro.
Luca
A quanto mi risulta, Tosi ha fatto concretamente di più che Veltroni pe ri romeni.
NOn sono d'accordo con te invece per quanto riguarda il discorso sulla clandestinità.
Se uno straniero è destinatario di un ordine di espulsione è obbligato a lasciare il paese. Poichè non esiste l'espulsione coatta (se non in casi particolari), nella maggioranza dei casi lo straniero continua a soggiornare nel territorio della Repubblica, ma poichè per l'ordinamento si presume che abbia ottemperato all'ordine di espulsione la sua presenza è ufficialmente "non nota", quindi clandestina. E' una situazione che prescinde dalla natura comunitaria o meno della cittadinanza. Per fare un paragone con una diversa situazione non legata all'immigrazione: se sono destinatario di un divieto di accesso a manifestazioni sportive, per la polizia sono ufficialmente fuori dallo stadio, quindi se riesco a intrufolarmi in curva nonostante il divieto sono "clandestinamente" allo stadio.
complimeti per la preparazione, dal punto di vista linguistico potresti avere ragione, ma leggi sopra il parere giuridico. Sono curiosa anche io se si potrebbe parlare in questo caso di clandestinità. inizierò una ricerca..
molto intiresno, grazie
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