duminică, mai 10, 2009

Berlusconi e il futuro della destra italiana in un paese multietnico

Silvio Berlusconi ha detto “No” a una futura società multietnica. Poche volte il premier si è sbilanciato così apertamente in una questione così delicata. In più, lo ha fatto in un momento in cui è convinto dell’ampio consenso da parte degli italiani, ma forse è meno convinto dell’appoggio del suo alleato politico, la Lega. Lo ha fatto a un mese dalle elezioni.

La reazione della Lega è stata quasi immediata: Calderoli, ministro in carica, si congratula con la presa di posizione del premier e gli offre, simbolicamente, la tessera padana. Il gesto è più che simbolico.

Eppure, pochi giorni fa, l’altro leader della coalizione Gianfranco Fini, ha ribadito la sua apertura verso “una società multietnica”, considerata da lui imminente. Si è spinto oltre e, rispondendo proprio a una mia domanda, ha affermato che l’Italia multietnica del futuro avrà esponenti delle minoranze nel Parlamento.

La divergenza- per non dire l’opposizione, almeno nelle dichiarazioni, c’è.

Anche se è presto fare delle previsioni elettorali, qualche semplice calcolo statistico, a portata di tutti, si può fare. Presto in Italia ci saranno centinaia di migliaia d’immigrati regolari, provenienti da un iniziale stato di clandestinità- situazione paradossale specifica all’Italia- che diventeranno cittadini italiani a tutti gli effetti. Il processo è già in atto, ma è ancora difficile da stimare la portata del fenomeno, soprattutto in seguito alla massiccia regolarizzazione dei romeni dopo l’1 gennaio 2007- data dell’adesione della Romania all’UE. Ottenere la cittadinanza italiana è un processo difficile, che dura più di due anni. E non tutti tra gli 800 000 romeni residenti sceglieranno di restare qui. Ma loro già possono votare per le amministrative e le europee, in qualità di cittadini europei. È vero, la coscienza elettorale è ancora scarsa, ma il potenziale c’è.

Alcuni politici italiani hanno già capito il potenziale elettorale dei romeni, e in genere dei “nuovi italiani”. Ovviamente, la maggior parte sono politici e partiti di sinistra.

Purtroppo – per loro- la maggior parte dei romeni (intorno al 60%) che vivono in Italia dichiarano di avere delle simpatie di destra (vedi la recente ricerca presentata a Milano).

Assistiamo quindi a una situazione paradossale: molti stranieri vogliono la destra, ma la destra non li vuole. Tra qualche anno, la situazione troverà un equilibrio: o gli stranieri cambieranno affinità politiche, spostandosi a sinistra o al centro, oppure la cambierà la destra in Italia. Un futuro leader della destra si potrebbe trovare davanti a una scelta: 600.000 voti di stranieri di destra contro 300.000 voti padani. In entrambi i casi, si assisterebbe probabilmente a un calo di consensi verso la Lega e/o a un rafforzamento del discorso estremista- condizionato però dalle istituzioni UE.

Tra alcuni anni, insomma, molto probabilmente, Berlusconi eviterà di esprimere giudizi così netti. Anche in campagna elettorale.

Miruna Cajvaneanu

Roma, 10 maggio 2009


2 comentarii:

Giovanni il romeno spunea...

Ce zic reprezentantii PIR si altii care trag pe dreapta de aceasta declaratie ?

Redazione spunea...

Probail ceea ce zic si eu!:-))