miercuri, iunie 28, 2006

il Viaggio della Famiglia Santa in Egitto




L’evento più importanti per la Chiesa Copta è il viaggio della Santa Famiglia in Egitto, durante l’infanzia di Gesù Cristo.

Così si adempie la profezia della Bibbia: “ Dall’Egitto ho chiamato mio figlio”.

Anche il profeta Isaia testimonia su questi fatti: “In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d’Egitto e una stella in onore del Signore presso la sua frontiera. Sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d’Egitto. Quando di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora Egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. Il Signore si rivelerà agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno” (Isa 19-19: 2 1).

La profezia si riferisce al primo contatto miracoloso con il popolo egiziano, che rinunciava ai propri idoli, laddove passava la Santa Famiglia. Così furono messe le prime radici cristiane in questa terra “benedetta”.

Dice la profezia: “In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d’Egitto e una stella in onore del Signore presso la sua frontiera”. Secondo la tradizione della Chiesa Copta, l’altare menzionato dalla Bibbia è quello della Chiesa Della Vergine Maria nel monastero di Al-Muharraq. Il monastero fu costruito sul posto dove la Santa Famiglia si fermò per più di sei mesi. L’altare è la pietra dove dormiva Gesù Bambino. Il monastero di Al-Muharraq è situato esattamente al centro geografico dell’Egitto. Per quanto riguarda “La colonna presso la frontiera”, certamente non si può che riferire alla Sede Patriarcale dell’Egitto, stabilita dallo stesso San Marco, l’apostolo dell’Egitto cioè nella città di Alessandria, sulla frontiera nordica.

Ma la profezia non si ferma, e continua: “Quindi il Signore sarà conosciuto in Egitto e gli egiziani conosceranno il Signore in quel giorno e faranno sacrifici e offerte” (Isaia 19: 21). In verità, il cristianesimo si diffuse in tutto Egitto, iniziando proprio dai luoghi visitati dalla Santa Famiglia.

Il Nuovo Testamento adempie le profezie del Vecchio Testamento , nella loro sequenza storica: “Un angelo del Signore è apparso a Giuseppe nel sogno, dicendoli: Alzati, prendi il Bambino e la Sua Madre e fuggite in Egitto e rimanete là fino a che non vi chiamerò” ( Matteo 2:13).

Giuseppe ascoltò. Un asino porto la Vergine Maria, ancora giovane, e il suo Bambino appena nato. E così inizio il loro viaggio predestinato partendo da Betlemme, verso un orizzonte sconosciuto.

Il viaggio era pieno di rischi e molto duro. In quei giorni erano tre le vie che portavano i viaggiatori attraverso il Sinai, dalla Palestina verso l’Egitto. Questo viaggio era di solito fatto in grandi gruppi ben organizzati, anche se la strada era conosciuta.

Ma, nella loro fuga dalla furia infanticida del Re Erode, la Famiglia non poteva scegliere una di questa vie comune seguite dai viaggiatori, ma proseguire su percorsi sconosciuti, guidati da Dio e Suoi Angeli. Hanno iniziato il loro camino, affrontando i pericoli giorno dopo giorno, attraverso valli nascoste e terreni con vegetazione selvaggia, sotto il sole del deserto di giorno e il freddo amaro di notte, protetti dalla bestie e dai tribù selvaggi.

Così sono arrivati nella terra predestinata loro, il rifugio per quello che doveva portare al mondo il suo messaggio di pace e di amore.

La testimonianza del terribile viaggio e del passaggio attraverso il Sinai ci è data dal Papa Teofilo, il ventitreesimo Patriarca di Alessandria (384-412 AD). Egli racconta nei suoi celebri annali, che durante una vigilia del sesto giorno di Hathor, mese coptico che corrisponde approssimativamente al mese di novembre, dopo una lunga preghiera, la Vergine stessa si è rivelata a lui, raccontandogli i particolari del viaggio che nessun cristiano credente metterebbe in discussione.

Un’altra conferma viene dal confronto con le storie trasmesse di bocca in bocca, da una generazione all’altra, che raccontano i miracoli dovuti al passaggio della Santa Famiglia nelle città e nei villaggi dell’Egitto 400 anni prima.

La Santa Famiglia a El-Zaranik e a Farma.

Secondo fonti della Chiesa Copta, fra cui la più importante è la testimonianza di Papa Teofilo, registrata nel “Senexarium” copto, la Famiglia Santa prosegue da Betlemme a Gaza, quindi a El-Zaranik, conosciuto come Floussiat, a circa 37 km a ovest di El-Arish. Poi hanno continuato il loro cammino al nord del Sinai, fino ad arrivare a Farma (vecchia Pelusium), a meta strada tra El-Arish e l’attuale Port Said. Era il loro ultimo arresto nel Sinai, lasciandosi alle spalle i pericoli della selva.

Tel Basta, o Basta, nella quale entrano di seguito, non lontano da Zagazig, la città principale del Governorato di Sharqiah, circa 100 km a nordest di Cairo. Qui Gesù ha fatto sorgere una fonte d’acqua, e la sua presenza ha causato la decadenza dei idoli, come previsto dalla profezia. I cittadini, di conseguenza hanno cambiato il loro comportamento, diventando aggressivi. La Famiglia Santa a dovuto lasciare la città e dirigersi ancora verso il sud.

La Santa Famiglia nella Città di Mostorod

Durante il loro viaggio predestinato, hanno raggiunto Mostorod, che fu chiamato da quei giorni “Al Mahamma”, soltanto a 10 km da Cairo. “Al Mahamma” significa “Il posto del bagno”, nome dato alla città poiché la Vergine Maria a fatto il bagno al piccolo Gesù e gli ha lavato i vestiti. E significante il fatto che, di ritorno verso la Palestina, la Famiglia Santa si fermò ancora una volta a Mostorod, e questa volta fecce zampillare dalla terra una fonte d’acqua che esiste fino ai nostri giorni.

La Famiglia Santa alla città di Balbeis.

Da Mostorod, la Santa Famiglia si dirige a nord est, a Belbeis (vecchia Philippos), sempre nel Governorato di Sharqiah, distante 55 km da Cairo. Si sono riposati all’ombra di un albero che esiste ancora, e fu denominato “ L’albero della Vergine Maria”.

La Santa Famiglia a Meniet Samanoud

Lasciato Belbeis, la Famiglia Santa raggiunge il piccolo borgo di Meniet Samannoud (conosciuto anche come Meniet Genah), attraversando il Nilo alla città di Samanoud (Jemnoty), nel delta. Qui la popolazione locale li ha ricevuti con una bontà e un’ospitalità che e stata ricambiata con la benedizione. (….)

La Famiglia Santa alla città di Sakha

Il nome coptico della città, “Pekha-Issous” significa “il piede di Gesù”, per l’orma lasciata dal piedino del Bambino in una roccia. La roccia è stata conservata in segreto, nascosta per paura dei ladri.
Il viaggio continuò da Samannoud a Sakha e secondo la tradizione passò in molte città e villaggi nei Governorati di El-Sceicco di Kafr e di Gharbia e anche nella terra selvaggia di Belqas.

La Famiglia Santa a Wadi El Natroun

Il loro passaggio a Sakha è ricordata sa dalla documentazione della visione di Papa Teofilo, sia dalle pratiche dei copti all’inizio dell’era cristiana. I viaggiatori arrivano qua dopo aver attraversato il Nilo nella parte ad ovest della Delta, fino a Wadi El Natroun, a quei tempi chiamato Al Asqeet, nel deserto occidentale egiziano. All’inizio del cristianesimo, le parti desertiche di Wadi El Natroun diventarono centri monastici, commemorando spiritualmente il passaggio della Santa Famiglia nella vallata.

Matareya e Ain Shams

Finalmente, hanno lasciato dietro il deserto e si sono diretti verso sud, attraversando il Nilo, a Matariyah e Ain Shams ( vecchia Heliopolis, il luogo della più antica “università” della storia, chiamata dai vecchi tempi dei Faraoni “On”). Entrambi i due siti sono oggi parti dell’attuale Cairo, a soltanto 10 km dal centro urbano.

Zeitun

All’arrivo della Santa Famiglia, Zeitun era un villaggio di una larga comunità di Ebrei. Loro avevano costruito qua anche un tempio, la Sinagoga degli Unias. A Matariyah, c’è ancora un albero visitato da turisti, chiamato “l’albero di Maria”, poiché si pensa che la Famiglia si sia fermata all’ombra di questo albero. Ancora una volta il Bambino Gesù ha fatto sorgere una fonte d’acqua, dalla quale ha bevuto e poi benedetto, e con la quale Sua Madre ha lavato i suoi vestiti. Si dice che dopo aver versato l’acqua del lavaggio per terra, in quel punto è sbocciata una pianta piena di un balsamo profumatissimo. Oltre alle proprietà curative questa essenza è usata nella preparazione dei profumi che formano la Santa Crisma.

Lasciando il Cairo, la Santa Famiglia si riposò per un tempo a Zeitoun, per poi procedere lungo una strada dove oggi sorgono i quartieri affollati della capitale. Ma la comunità copta ha conservato il ricordo del viaggio, e vi sono tanti le Chiese e i luoghi santi cristiani al centro di Cairo: la chiesa della Vergine Maria a Zuweila Alley, la chiesa di San Giorgio il Martire, la chiesa di San Mercurio Abu Sefein (con le due spade), il monastero della Vergine Maria, il monastero di San Giorgio.

Sempre al centro di Cairo, a Clot Bey, ci sono:
-la Cattedrale di San Marco ad Azbekieh,
-un’altra chiesa dedicata alla Vergine Maria, conosciuta sotto il nome “Ezbaweya).

Il Centro vecchio di Cairo

La zona oggi chiamata il Vecchio Cairo, oppure Misr El Kadima, è fra i posti più importanti visitati dalla Santa Famiglia, dove l’impatto spirituale della loro presenza e ancora molto sentito, anche se la loro permanenza fu corta. Il governatore della allora Fustat, infuriato dalla caduta degli idoli al passaggio di Gesù, aveva deciso di uccidere il Bambino. Ma loro si sono rifugiati in una caverna sopra la quale è stato costruita la Chiesa di Abu Serga (Santo Sergio). Questo sito, insieme all’intera area di Fort Babylon è una meta del pellegrinaggio non soltanto per gli Egiziani, ma per i Cristiani di tutto il mondo. Un’aria di pietà e devozione si sente dappertutto in questo distretto.
Questi sono i siti da visitare alla Fortezza di Babylon, parte del Vecchio Cairo:
- La Chiesa di Abu Serga e la cripta della Famiglia Santa,
-Al- Muallaqa (la chiesa appendente), dedicata alla Vergine Maria, sede patriarcale nei primi secoli della Chiesa Copta,
- La Chiesa di Santa Barbara
- La Chiesa di San Giorgio (nel Palazzo di lavori in cera)
- La Chiesa della Vergine (Qasriet Al-Rihan)
- Il monastero di San Giorgio
- Il Museo Coptico
- La Chiesa Ortodossa Greca di San Giorgio
- La Sinagoga di Ben Ezra.

La sezione di Fustat di Vecchio Cairo, che si trova ad ovest della Moschea di Amr Ibn’l Aas, include:
- La Chiesa di San Mercurio Abu Sefein (con le due spade)
- La Chiesa di Abba Shenouda
- La Chiesa della Vergine di Al- Demshiria
- Il monastero di Abu Sefein
- La Chiesa della Vergine di Babylon El Darag
- La Chiesa dei Santi Abakir e Yohanna
- La Chiesa del Principe Tadros Al Misriqi
- La Chiesa dell’Arcangelo Mikhail (conosciuta anche come Al- Malak Al Qibli- oppure “l’Angelo del Sud”).
- La Chiesa di San Mina in Zahraa- Misr El Kadima.


Maadi

Dopo il loro breve ma importantissimo soggiorno nel Vecchio Cairo, la Santa Famiglia si dirige verso il sud, raggiungendo Maadi, un sobborgo dell’attuale Cairo, il quale, ai tempi dei Faraoni, era un distretto periferico di Memphis, allora capitale dell’Antico Egitto. A Maadi si sono imbarcati su una barca che li ha trasportati sul Nilo verso il sud dell’Egitto. Sul punto dell’imbarco oggi c’è una chiesa dedicata alla Vergine, conosciuta come “Al-Adaweya”, la chiesa della Vergine del “traghetto”. Infatti il nome del sobborgo Maadi, deriva dalla parola araba che significa “punto d’incrocio”.

La scala di pietra che conduce verso la riva del fiume, e che secondo la tradizione fu usata dalla Santa Famiglia, e accessibile ai pellegrini attraverso la corte circostante la chiesa.

Un evento miracoloso avvenne un giorno di Venerdì, il 3 del mese copto di Baramhat, il 12 Marzo 1976. Un’antica Bibbia di provenienza sconosciuta, fu riportata dal fiume di fronte alla chiesa. Era aperta alla pagina di Isaia, 19:25 “benedetto il Mio popolo Egiziano”. La Bibbia è ora custodita dalla Chiesa, disponibile ai pellegrini.

Il sud dell’Egitto: il monastero Al- Garnous, Maghagha

La barca a vela che trasportò i viaggiatori si fermò al villaggio di Al- Garnous (in seguito il luogo del monastero di Arganos), 10 km ad ovest di El Nassara ( un piccolo villaggio vicino alla città di Maghagha). Fuori dalla parete occidentale della Chiesa della Madonna, un pozzo profondo si pensa aver fornito da bere alla Santa Famiglia.

Il viaggio continuò fino a un posto chiamato oggi Abai Issous, la casa di Gesù, dove oggi c’è il villaggio di Sandafa, ad est di Al- Bahnassa, a cca 17 km dall’attuale città di Beni Mazar.

Gabal Al Tair- Samalout

Il loro viaggio verso il Sud continua da Bahnassa a Samalout. Attraversano di nuovo il Nilo, nel punto dove si trova oggi la Chiesa Della Madonna chiamata Gabal El- Tair (Uccello della Montagna), ad est di Samalout, due km a sud di Meadeyat Beni Khaled. Questo nome viene dal fatto che migliaia d’uccelli vi si trovano. La Santa Famiglia si riposava nella caverna che ora è situata all’interno della chiesa antica. El- Tair di Gabal è denominato inoltre Gabal El Kaf- Kaf, “montagna della palma”. La tradizione coptica ricorda che, mentre la Santa Famiglia si riposava vicino alla montagna, c’era una roccia che stava per staccarsi, ma il Bambino Gesù allungò la sua manina, e bloccò la roccia. L’impronta della sua palma è ancora visibile.

Ripreso il viaggio, la Santa Famiglia passò vicino ad un albero d’alloro sul lungotevere del Nilo che porta dalla Montagna verso Nazlet Ebeit, in pratica l’attuale ponte di Minia. Si dice avvicinandosi all’albero, questo si è chinato verso Gesù in segno d’adorazione. In fatti, la configurazione dell’albero anche oggi è unica: tutti i rami sono inclini verso il basso, toccando la terra, per poi girare di nuovo verso l’alto. In memoria di quest’evento miracoloso, il nome ricorda la gloria di Gesù: “Al Abed”.

La città di Al Ashmounein- Malawy

Traversando di nuovo il Nilo, tornando sulla riva occidentale, dirigendosi verso il sud, verso la città di Al- Ashmounein (Hermopolis Magna), però sembra non essersi fermati a lungo in questo posto. Lasciandosi alle spalle gli idoli caduti, continuarono verso sud, per altri 20 km, a Dairout Al- Sharif (con il nome greco di Philes), poi a Qussqam (or Qoost- Qoussia). Anche qui gli eventi registrati testimoniano che la gente si infuriò terribilmente quando le statue di pietra degli loro idoli si sono spezzati e sono caduti per terra all’arrivo dei viaggiatori. Un evento storicamente registrato a quel periodo si riferisce alla devastazione di Qussqam e la tradizione copta spiega che la rovina era la conseguenza del rigetto violento dei cittadini verso i loro ospiti.

Totalmente diversa fu l’accoglienza calorosa con la quale i rifugiati sono stati accolti a Meir, (o Meira), a soltanto 7 km ad ovest di Qoussia. Qui hanno trovato soltanto considerazione e ospitalità ovunque andassero, per questo tutta la città e i suoi abitanti furono benedetti.

Il monte Qussqam

Ed ecco il momento il più importante del loro soggiorno in Egitto, arrivati alla loro destinazione in quel posto ricordato della profezia. Qui, dove ci sarebbe stato “ un altare del Signore nel mezzo della terra dell’Egitto”: Gabal (montagna) Qussqam, che prende il nome della città accanto, a 327 km a sud di Cairo, nel Governorato di Assiut. Il monastero di Al- Muharraq fu costruito nella montagna, laddove la Famiglia Santa è rimasta per più di sei mesi. Passarono per lo più di questo tempo in una caverna, che fu trasformata nell’era copta, nel altare della Chiesa di Vergine Maria, , costruita all’estremità occidentale del monastero. La pietra del altare, citata dalla profezia, è la pietra sulla quale si riposava il Bambino Gesù durante i sei mesi.

L’intera area e i posti circostanti sono luoghi sacri dei copti, chiamati anche “il secondo Betlemme”. E qui che l’angelo del Signore è comparso a Giuseppe in un sogno, dicendoli: “Alzati e prendi il bambino e Sua Madre e rientrate nella terra d’Israele; poiché sono morti quelli che volevano la morte del Bambino” (Matteo2:20 e 21).

Il ritorno: Dronka- Assiut
E così hanno iniziato il loro viaggio di ritorno. L’itinerario è un po’ diverso da quello iniziale. Sono passati verso il Monte Dronka, a 8 km a sud –ovest della città di Assiut, e la benedizione della città e commemorata nell’era cristiana dalla costruzione su tutta la parte superiore della Montagna di un vasto monastero.
Finalmente sono arrivati al Vecchio Cairo, allora Mataryiah, ritornando più o meno sui loro passi.verso il Sinai e la Palestina. La Bibbia ci racconta il resto: alla fine sono arrivati a casa, la vecchia casa di Giuseppe, in Palestina, dove si sentirà il messaggio di Cristo.

Il viaggio intero, dalla partenza iniziale da Betlemme, fino al ritorno a Nazareth è durato tre anni. Avevano fatto qualcosa come 2000 km. L’unico loro mezzo di trasporto era un asino debole e una barca a vela quando hanno attraversato il Nilo. Ma per grande parte del percorso, la giovane madre fragile e l’anziano carpentiere hanno dovuto camminare a piedi, sotto il calore feroce d’estate e il freddo mordente dell’inverno, soffrendo la fame e la sete, come i fuori-legge. Fu un viaggio di agonia e angoscia che il Bambino Gesù, la sua Vergine Madre e Giuseppe accolse con gioia interiore e sopravissero per l’umanità.

Il viaggio della Famiglia Santa nella terra dell’Egitto

“Benedetto sia l’Egitto, mio popolo” (Isaia 19:25).

Il ventiquattresimo giorno del mese coptico di Bashans, corrispondente al primo giugno, la chiesa coptica celebra l’entrata del nostro Signore Gesù Cristo in Egitto. Quel giorno, le chiese copte dappertutto nel mondo risuonano delle parole della Doxologia:

“Gioite, o Egitto e gente dell’Egitto, e tutti i bambini che vivono all’interno delle sue frontiere, gioite e alzate i vostri cuori per il Salvatore dell’Umanità, quello che era prima dell’inizio dei secoli, e venuto da voi”.

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